Roberto Ferrando sul Tirreno a proposito della Maratona di Pisa

Carissimo “Tirreno”, per la prima volta scrivo al “mio” giornale. Lo faccio prendendo a pretesto gli articoli della settimana scorsa sulla “tragedia” della maratona occorsa ai miei concittadini tirreniesi. In occasione dell’evento sportivo che sembra aver causato così tanto disagio sul litorale, la lettura attenta dell’articolo di Giovanni Parlato e…

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18 dicembre 2011, maratona di Pisa, il resoconto di Felice

di Felice Romano

Quando corro, semplicemente corro. In teoria nel vuoto.
O viceversa, è anche possibile che io corra per raggiungere il vuoto
H. Murakami
Eppure…
Perchè mi alleno per la maratona?
Ogni volta che la mia sveglia suona ad orari impossibili per dirmi che è ora di indossare la mia armatura – composta da calze a compressione, pinocchietto, maglia tecnica ipertermica, scarpe A3 (B4? C5? che agli inizi mi sembrava di giocare a battaglia navale), fratino fosforescente per non farsi ‘asfaltare’ – e con il fido scudiero Garmin esco, moderno San Giorgio, a lottare con il mio Drago mi pongo questa domanda.
Ormai ne ho fatte quattro e dovrei aver trovato una risposta.
Eppure…
Se qualcuno oggi mi ponesse questa domanda io non saprei ancora dargli una risposta.
Perché corro la maratona e non trotterello allegramente come quegli omini che trovo spesso sul viale delle Piagge?
Forse perchè, come ha detto una mia amica, sono affetto dalla classica sindrome del quarantenne in cerca di conferme oppure, come ha scritto qualcuno tempo fa sul Corriere, comincio a manifestare ‘un nuovo segno inequivocabile del rincretinimento pre-senile del maschio 40/50enne contemporaneo’.
Forse perché grazie alla corsa sono riuscito a tornare dentro una taglia 50?
Verosimile, considerato anche che ho cominciato a correre per mangiare e ora siamo al paradosso che non mangio per correre.
Perché fa figo con le donne aver quest’eterea aurea del maratoneta?
Potrebbe anche essere ma non si può dichiarare apertamente perché con mogli e fidanzate ci giustifichiamo sempre dicendo che ‘è meglio che mi perda dietro un paio di scarpe da corsa che dietro in paio di scarpe con i tacchi a spillo’.
La risposta alla domanda potrebbe essere semplicemente ‘perché mi fa star bene’!
In un accezione del termine bene che, come il modellarsi dei colori di un caleidoscopio, crea figure di una bellezza diversa per ogni rotazione dei cilindretti.
A qualcuno sembrerà un tantino esagerata tutta quest’enfasi,
eppure…
sono sicuro che agli occhi di chi ha corso almeno una maratona riesca più comprensibile.
Se poi la maratona entra invasivamente nella tua vita, tua moglie condivide con te i momenti duri e quelli gioiosi della preparazione – a proposito grazie Dany – i tuoi figli partecipano attivamente agli allenamenti e se ti ritrovi a far citazioni di corsa con i colleghi per beghe di lavoro o con il tuo capo discutendo sul tuo stipendio, allora questi toni potrebbero risultare addirittura riduttivi.
Si, vabbè!! Ma allora perché corro la maratona?’
Nelle altre 3 maratone ero quasi inconsapevole, non avevo tempo di usare il cervello se non per raggiungere l’obiettivo di portarla alla fine.
In più in tutte c’era sempre stato qualcosa di imprevisto che mi aveva distratto: a Roma il crampo del 26esimo, a Trieste la salitona al 18esimo e anche a Lucca dopo il 21esimo, quando ho sentito che potevo avvicinarmi alle 4 ore, avevo portato i pensieri solo sul risultato.
A Pisa invece ho corso tutta la maratona con questa domanda in testa.
È la maratona di casa, quella che si snoda sulle strade che tanto spesso rientrano nei miei percorsi; ma soprattutto la maratona, che seppur in minima parte, contribuisco a far riuscir bene.
Già per Trieste avevamo utilizzato i social network tra noi per aggiornarci sulle prestazioni e per prenderci un po’ in giro.
Questa volta il gruppo Facebook acquisisce una dimensione notevole, in pochissimo tempo raggiunge i 1000 iscritti, diventa un punto di ritrovo e di informazione continua ben gestito dall’attivissimo Andrea, il giovane Claudio e l’omnibus Michelù che riusciva a rispondere a getto continuo a post su qualsiasi argomento e in qualsiasi lingua o dialetto possibile.
La sottospecie di flash mob organizzato da me domenica 11/12 per testare una parte del percorso della maratona testimonia che con le scarpette da corsa ai piedi, ogni differenza di fede calcistica o politica, passa in secondo piano perché la priorità è correre, correre veloce e magari se c’è fiato nel frattempo raccontarsi delle barzellette.
Anche su questo fronte devo riconoscere sono stato surclassato ed ho peccato d’esperienza provando a cimentarmi su barzellette lunghe e articolate – la sapete quella della boa e del coniglietto?? – mentre il Ballantini, che prepara le maratone come fossero le sue complicate formule chimiche, si limitava a freddure corte corte senza andare mai in affanno. Il gruppo Pisa Marathon ha dato a tutti gli iscritti la possibilità di vivere la maratona di Pisa in un modo nuovo, anticiparla, sentire tutta la passione degli organizzatori, l’ansia degli stessi per tutto quello che poteva andar storto e soprattutto la preoccupazione per il tempo che, con la nevicata epocale che annulló l’edizione 2010, davvero rappresentava una minaccia. Con il caldo di questi giorni però è una minaccia più psicologica che reale. (clicca qui sotto su leggi tutto per continuare…)

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