Oggi l’amico Valerio su Runnerplus.it si chiede se qualcuno di noi ha mai provato il cosiddetto Runner’s high. Si tratta di quella sensazione di appagamento e soddisfazione che si ricava dagli sforzi fisici prolungati ed intensi che causano la produzione di endorfine nel cervello e che permettono di correre a lungo. Questa attività pare che sia dovuta all’evoluzione umana. Quando gli umani hanno fatto la loro comparsa sulla terra hanno dovuto cacciare per procurarsi il cibo. Gli animali che cacciavano erano in genere più veloci, ma l’uomo ha sviluppato la capacità di correre a lungo, più a lungo della maggior parte degli altri animali che alla fine, sfiniti, venivano catturati. Questa capacità di sopportazione della fatica e dei dolori che accompagnano le attività sportive intense (che non devono durare meno di 30 minuti) pare sia dovuta al meccanismo di produzione delle endorfine ad opera dell’ipofisi. Tutto questo per dire che? Tutto questo per dire che durante ed alla fine delle mie ultime mezze maratone corse, questa sensazione di euforia l’ho sempre provata.
Devo dire anche che per arrivarci adopero un trucco.
- Primo, parto da in fondo al gruppo
- Secondo, parto relativamente piano
- Terzo, cerco di finire forte
Perché? Perché tutte queste cose insieme mi causano anche un appagamento legato al fatto che durante la corsa supero un sacco di altri podisti. L’ho già scritto, ma partire dal fondo, spesso insieme a quelle persone che corrono la gara da non competitivi e che per esempio nella corsa di oggi avrebbero fatto solo il primo giro di 10 km, fa si che nella prima parte, nonostante la relativamente bassa velocità, si superino un sacco di persone che semplicemente non sono attratte dal podismo perché devono arrivare prima possibile al traguardo, ma solo arrivare (perché il bello è il viaggio e non la meta, Jack Kerouac ed Enrica Bonci
).

Dopo invece si superano un bel po’ di persone perché in tanti “scoppiano” dopo essere partiti troppo veloci ed altri li raggiungi perché semplicemente stai andando più forte di loro. Oggi per esempio la partenza è stata abbastanza lenta, anche a causa delle tante persone che avevo davanti. Poi ho parlato per un po’ con Federico che tra tre domeniche correrà la maratona di Roma per capire a che ritmo avrebbe corso oggi, poi un collega chimico e runner a sua volta di cui non ricordo il nome (e d’altra parte lui non ricorda il mio visto che quando l’ho affiancato lui mi ha chiamato “chimico! chimico!“; io, visto che non siamo tanti, mi sono voltato e l’ho riconosciuto). Anche con lui abbiamo fatto due chiacchere. Poi al 5° km, dove al ristoro ho trovato Fusa senza che lei inizialmente mi riconoscesse, ho raggiunto i palloncini dell’ora e 55. Esattamente al ristoro dei 10 km ho raggiunto i palloncini dell’ora e 50.
Al 15° km, poco prima del ristoro, lo stesso del 5° visto che la gara era su un percorso da ripetere due volte, a 200 metri dai tavoli ho sentito gridare “Valteeee(r)… Valteeeeee(r)… VALTEEEEEE(R)” una voce che conoscevo. Davanti a me avevo tre quattro volontari con bicchieri in mano che avrebbero voluto passarmi acqua, tè o sali minerali, ma io ho detto loro “No, io voglio il bicchiere solo da lei!“. Lei era Fusa, che questa volta mi ha visto direi in tempo…
Al 17° ho scorto davanti a me i palloncini dell’ora e quarantacinque. I palloncini erano due, legati entrambi ad una sola persona, tra l’altro parzialmente sgonfi. Erano partiti sicuramente in di più… Esattamente al 18° km li ho raggiunti, ma c’era poca partecipazione, il pacer ha detto qualcosa che non ricordo. Sicuramente meno incisivo di un tale Fabio che alla Roma-Ostia aveva fuori le vene del collo per incitare i bencapitati a finire entro l’ora e 45.
Ultimo km delle mezza corso ancora un pochino più veloce, con scatto finale sul tappeto rosso del traguardo. Finale in 1h 43′ 46″.
Giusto il tempo di riconsegnare il chip, ritirare i 5 € della cauzione e portarli alla macchina, e sono partito per continuare l’allenamento della mattina ed arrivare ai 30 (che con i 4 del riscaldamento fanno 34). Ho iniziato un altro giro, con le facce delle persone lungo la strada un po’ interrogative: dove va questo bischero che tutti sono già arrivati? Il ritmo è stato di 5’15″/km. Ho corso per 5 km fino di nuovo al ristoro dei 5/15 dove Fusa e tutti gli addetti mi stavano aspettando con tè ed acqua: mai vista un’organizzazione così che tiene conto anche di quelli che vanno alle mezze per fare i lunghi pre-maratona. Gli ultimi 4 li ho fatti scortato in bicicletta da Fusa. Sul rettilineo finale abbiamo raggiunto l’ultima classificata, davanti ai mezzi del sevizio scopa. Forse l’avrei raggiunta prima del traguardo, ma ho preferito fermarmi poco prima. 30 km a 5’00″/km più il riscaldamento iniziale.
Insomma, mattinata interessante, senza dolori e con sensazione del runner’s high raggiunta.
Alle 16 sono poi uscito con mia figlia: lei in bici a seguirmi, io di corsa per un’altra decina di km, l’ha detto la coach!